domenica 24 agosto 2014

A VOLTE RITORNO

Pausa estiva, archiviata.
In realtà, sono mesi e mesi che non scrivo qui, su questa bacheca dimenticata da Dio e uomini. E ci torno sempre dopo un po', con anche la nostalgia e le paure che mi prendono.

E le tre settimane di ferie previste sono finite.

Avevo in mente di fare un po' di cosette, ma alla fine ne ho fatte meno della metà.
Colpa della demotivazione?
Colpa della voglia di staccare completamente?
Colpa della sveglia senza sveglia?
Non lo so. Quello che conosco è che domani dovrò ricominciare con il solito tran tran del lavoro e della solita vita. La solita, noiosa vita che uccide i sogni e ti annichilisce.

Quello che invece mi consola è il fatto di essere riuscito ad arrivare ad un passo da una soglia importante. Ancora qualche giorno per sbrigare le ultime faccende burocratiche, poi comincerà una parentesi che spero porti a qualcosa di bello. Un libro, un sito e migliaia di utenti che mi leggeranno, giudicheranno, premieranno forse.

La speranza di cambiare una vita in meglio.
Tanti sacrifici, tante notti a chiedersi se funzionerà o no, tanti soldi spesi per qualcosa che boh, non sai se sia un sogno od un'illusione. Ancora pochi giorni e la vita mi dirà sì o no a queste mie ambizioni. Mi metterò alla prova davvero, cercando di essere obbiettivo, cercando di plasmarmi e di reinventarmi e migliorare.
Buona nuova settimana.

domenica 20 ottobre 2013

A PREGHIERA, RISPOSTA - ESPERIENZA DIRETTA

Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né d'altronde vi è albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda”.

Vangelo di Luca, capitolo 6, versetti da 43 a 45.

Quanto è vero...

Dall'esperienza di questi giorni avevo tratto una preghiera e Dio ha risposto.
Questo breve brano è tratto dal Vangelo di questa domenica (specifico che è in rito ambrosiano, per cui in rito romano potrebbe essere che non coincida). Qualcuno la chiama culo, alcuni coincidenza. Per me è Provvidenza.
Dopo un'estenuante discussione contro un muro di infantile arroganza ed incomprensione, mi sono posto la domanda se ciò che era successo (un'incomprensione lavorativa, sfociata in odio furioso e frustrato da parte di un collega) fosse davvero un quadro distorto dalle mie emozioni o meno.
E casualmente, ecco che dalla preghiera è arrivata la risposta.
Dal Vangelo di una domenica, ecco una risposta chiara: dalle azioni di un uomo si capisce la sua vera natura.
Un uomo buono, maturo e responsabile sa trarre dal suo buon tesoro cose buone: comprensione, disponibilità, apertura, umiltà.
Un uomo cattivo, immaturo ed irresponsabile sa trarre dal suo cattivo tesoro cose cattive: rabbia, chiusura, egoismo, arroganza.
E' proprio vero: non esiste che un albero cattivo faccia frutti buoni. Un fico non produrrà serpenti o scorpioni, ma frutti gustosi e buoni da mangiare una volta maturi. Perciò un uomo che nel suo cuore e nella sua mente ha solo stupidità e immaturità non sarà mai un uomo intelligente e responsabile. Sarà sempre una nullità, un asino che raglia al cielo illudendosi che il suo ragliare raggiunga le stelle.
A meno che non maturi. A meno che non prenda consapevolezza, si faccia carico dei suoi limiti e decida di andare oltre la superficialità, oltre la stupidità e l'ignoranza di cui si è ingozzato. Deve avere il coraggio di vomitare il male e ricominciare a mangiare il bene, la vera ricchezza e bellezza della vita.
Molti, forse troppi, proprio perché sono uomini cattivi, non cambiano. Sono sempre nel giusto, non hanno dubbi. E vivranno sempre nella loro vita da quattro soldi, persi nel nulla e nel vuoto.

E' incredibile come a volte ignoriamo completamente le cose più essenziali. Queste poche righe sottolineano una grande verità che spesso scordiamo, ma che è talmente elementare da colpirci con la sua essenza.

Grazie alla Provvidenza.

lunedì 26 agosto 2013

L'UOMO DI PORCELLANA

E' difficile da trovare.
Non lo incontri per strada.
O forse sì.
Perchè è un uomo strano, l'Uomo di Porcellana.
Apparentemente non è diverso dagli altri, ma è il materiale di cui è fatto che cambia la sua natura.
L'Uomo di Porcellana è solo e solitario.
Non parla molto con gli altri, non si siede con gli altri, non beve con gli altri.
Ha casa in un angolo del mondo, una casa con pareti spesse e luce artificiale per difenderlo dal sole e dalle persone.
E' un uomo strano, l'Uomo di Porcellana.
Fuori dalla sua pelle è un uomo triste che cammina lungo le strade del mondo, lavora e si trascina nei giorni dell'esistenza, ma non è un uomo come gli altri.
L'Uomo di Porcellana osserva con quei suoi occhi lucidi sospesi a metà fra follia e lacrime.
Osserva e registra, osserva ed analizza.
Osserva e alza le sue mura.

Perchè l'Uomo di Porcellana è fragile.
L'Uomo di Porcellana si spezza facilmente.
A volte, persino una carezza può incrinare il suo cuore.
La porcellana è dura, liscia, lucida, bella da vedere se smaltata e dipinta.
Ma è fragile.
L'Uomo di Porcellana è fragile come un ramo secco, una foglia caduta, un piattino di porcellana.
Lo vedi spesso seduto in un angolo, chiuso fra le sue sue braccia per difendersi dalle punture del mondo.
E guarda.
Guarda il mondo impazzire.
Guarda le persone cozzare le une contro le altre, correre lungo le strade in cerca di qualcosa che le faccia correre ancora di più. Le guarda svuotare di parole e significati i loro momenti, rimpinzandosi di vuoti che eruttano e ruttano vacuità.

Anche l'Uomo di Porcellana è vuoto.
Se vai oltre la pelle finta che lo veste, se scavi fino alla sua vera pelle, troverai una barriera lucida e dura solcata dalle crepe. Ogni crepa, ogni segno è una carezza o uno schiaffo, un insulto o un'offesa, un bacio o un abbraccio.
Sotto quella pelle così martoriata devi sperare di trovare ancora qualcosa di caldo.
Perchè il vuoto è freddo.
La porcellana è fredda.
C'è il vuoto nel cuore dell'Uomo di Porcellana.
Le persone fuggono dal vuoto, finendo con il trovarlo ovunque. Ed impazziscono, soffocando mentre vi affondano.
L'Uomo di Porcellana non è così.
Lui il vuoto lo ha accettato.
Si è adattato.
Lo respira e lo fa suo.
Sa che c'è, che è insondabile, che è esistenziale e fondamentale come la Morte.
Vi si è immerso mentre gli altri scappavano.
L'Uomo di Porcellana è vuoto di un vuoto forte ed inespugnabile.
Ogni fiamma che per poco illumina la sua prigione viene spenta e abbandonata.
Perchè troppo forte può essere la luce di una candela, se da secoli sei abituato alle tenebre del vuoto.

L'Uomo di Porcellana non ha paura del buio.
L'Uomo di Porcellana è tale e basta.
Una bambola di porcellana dalla pelle fitta di rughe e crepe, sotto le quali ha innalzato una corazza di ferro spessa come montagne.
L'Uomo di Porcellana non ha paura della solitudine, della castrazione, della Morte.
L'Uomo di Porcellana si può permettere di essere fragile.
L'Uomo di Porcellana si può permettere di essere solo.
L'Uomo di Porcellana si può permettere di demolire le illusioni altrui.
L'Uomo di Porcellana si può permettere di ignorare i sentimenti.

Di Uomo di Porcellana ce n'è uno solo.
E' un pezzo unico.
E tutto sommato gli piace essere tale.
Finchè il Tempo non lo spezza.

mercoledì 23 gennaio 2013

GLI ERRORI MAI IMPARATI

"'Cause I'm broken when I'm open..."

Quando abbandoni una corazza, inevitabilmente fai male.
Forse a te stesso, per un pezzo che hai maldestramente tolto e ti è caduto su un piede.
Forse perchè quello stesso pezzo e il tuo allungare la mano ha colpito in testa un passante che girava di lì senza meta.

Accade sempre.

Serata come altre. Un guizzo di follia suicida.
C'è quel lampo che ti rimanda indietro di cinque minuti o di cinque anni e ti spalanca una voragine grande come l'Oceano proprio davanti ai tuoi occhi.
Vedo passare in un gorgo vorticoso diecimila immagini spezzate dalle onde di un ciclopico Maelstrom.
Tutte una merda.

La verità fa male se la punta che gli si dà è ben affilata e manovrata da una mano goffa.
La sincerità è metà verità e metà dolore.

L'attimo di follia si acuisce e mi viene in mente di scrivere due righe ad una ragazza. Cinque minuti prima o cinque anni prima mi sono preso una cotta per lei. Ora la cotta è passata, mai dichiarata. Decido di spiegargli come mai i miei sguardi, le mie parole, la mia lontananza.

Avevo una cotta e per non fare del male a lei togliendomi la corazza avevo scelto di non dire nulla, di chiudere tutto dietro strati di acciaio e ghiaccio. Un piccolo spazio adimensionale che si crea fra la pelle e l'anima, fra l'aria e il cuore. Fa freddo dentro questo spazio che non è uno spazio, ma è un freddo che anestetizza e ti assopisce il dolore come la morfina calma le fitte di un cancro allo stadio terminale.
In questo caso, il cancro sono io.

Scrivo due righe alla ragazza.
E' una cosa sbagliata e lo so perchè l'ho già vissuto dieci vite fa, in un tempo che non era tempo.
Me ne accorgo dopo, quando la risposta della ragazza è ovvia e scontata, già prevista, sentita e ascoltata. Sapevo che sarebbe finita così. Due righe, cinque scuse, un rimorso che colpisce proprio dove avevi deciso di togliere l'acciaio e il ghiaccio per lasciare respirare il tuo coraggio.
L'aria rovente e caustica del ricordo tardivo.
Non dovevo farlo.
Pentimento.
Rimorso.

Mossa sbagliata.
Mai aprire la corazza.

Il calore brucia come ceneri negli occhi.
O come il respiro di un Wyrm sugli zigomi.
Il freddo calma. Il freddo addormenta.

Dopo il messaggio, la vergogna. Vergogna per quello che si è scritto, vergogna per il male che hai fatto alla persona che seppure era distante volevi raggiungere e toccare, forse stanco di troppo freddo, forse preda di un momento di desiderio di cambiamento.

Troppi forse.
Una certezza.
L'errore.

Perchè non impariamo dagli errori. Perchè io non imparo dagli errori.
Forse è colpa della corazza.
Forse se non avessi scritto alla ragazza, adesso non soffrirei.
Forse se non avessi scritto, la ragazza non avrebbe i dubbi, la paura, la diffidenza che ora accompagnerà per sempre i suoi occhi ogni volta che incroceranno i miei.
Non credo di riuscire a mostrarle la mia faccia senza mettermi a piangere.
Non credo di riuscire a mostrare la mia faccia a chiunque. Vedrebbero il rimorso, la colpa, la vergogna, il dolore.

A volte, la terra dovrebbe inghiottire persone che fanno del male ad altre persone.

Mai togliere la corazza.
Ora chiuderò di nuovo le piastre, le salderò dall'interno con il ghiaccio. Lascerò che il freddo torni ad accarezzare le corde del mio io, facendo scomparire il dolore e il ricordo ancora una volta. Il Maelstrom gira e gira di nuovo e il fragore assomiglia ad una risata o a migliaia di risate.

L'unica lezione utile:

Mai togliere la corazza.
Troppo goffo per gettare ponti, troppo lento per ricordare.
Troppo stupido per imparare.

Mai togliere la corazza.
"'Cause I'm broken when I'm open..."

E' vero. Sono spezzato quando sono aperto. Vengo spezzato, o mi spezzo da solo strisciando fuori dalle mie mura interiori.
Troppo debole per il mondo.
Nascondo me stesso dietro una cortina di ferro battuto a mille strati, acuisco le mie palizzate di sarcasmo ed ironia, accumulo proiettili di parole e sentimenti frantumati.
E mai togliere la corazza.
Parole e pensieri sono come pallottole vaganti, sparate a chilometri di distanza da un cecchino cieco. Lo sparo lo senti in lontananza e il loro miagolio vicino all'orecchio è come un fulmine spuntato.

Ma dentro la corazza.
Pace.
Il freddo congela quasi tutto, ma non un lume che ancora splende.
Anacronistico, testardo.
Coltiverò il mio mondo dentro la corazza, in attesa di una persona che la scardini via non per farmi male, ma per farmi toccare la vita dolorosa e farmi sentire la sua sanguinosa bellezza.

Mai togliere la corazza.
Togliere la corazza fa male a te.
Togliere la corazza fa male a chi sta vicino a te.
Tieni dentro tutto: bello, brutto, ricordi e maledizioni. Lascia che il freddo le cristallizzi, le purifichi ed infine le utilizzi per costruire il tuo mondo migliore, bello e dolce come cianuro.

Lasciatemi qui a morire nel mio angolino.
Ancora cinque minuti.
O cinque anni.
Sedimentando sotto la vergogna, sotto il rimorso.
Se non mi vedrete muovere più, se la corazza sembrerà seduta ed abbandonata in un angolo, chiudete la porta e lasciatemi fossilizzare dove sono. Non ho nulla da raccontare.

Solo dolore ghiacciato.
E cuori infranti.

Ma non togliete la corazza.
Potreste trovare un morto vivente affamato di calore, capace solo di sofferenza eterna.
Non togliete la corazza.
Bruciatela e disperdetene le ceneri.

Ora chiudo.
Vado a raccogliere le schegge delle mie ossa e a preparare il freddo.

"'Cause I'm broken when I'm open..."

venerdì 15 giugno 2012

LE PAROLE DEL METAL - OVVERO QUANDO BISOGNA CONOSCERE I TESTI PER GIUDICARE LE CANZONI DI GENERE


WICKED GAME 
His Infernal Majesty (H.I.M.)

Il mondo era in fiamme, nessuno poteva salvarmi tranne tu.
E' strano quale desiderio renda pazza la gente.
Non avrei mai sognato che avrei avuto bisogno di qualcuno come te.
E non avrei mai sognato che avrei avuto bisogno di qualcuno come te.

No, non voglio innamorarmi!
Questo mondo vuole spezzare il tuo cuore.
No, non voglio innamorarmi!
Questo mondo vuole spezzare il tuo cuore.
... con te!

Che gioco maledetto è questo, se mi fa sentire così?
Che cosa maledetta è questa, se mi fa sognare di te?
Che cosa maledetta è questa da dire, se tu non hai mai provato?
Che cosa maledetta è questa, se mi fa sognare di te?

No, non voglio innamorarmi!
Questo mondo vuole spezzare il tuo cuore.
No, non voglio innamorarmi!
Questo mondo vuole spezzare il tuo cuore.
... con te!

Il mondo era in fiamme, nessuno poteva salvarmi tranne tu.
E' strano quale desiderio renda pazza la gente.
Non avrei mai sognato che avrei avuto bisogno di qualcuno come te.
E non avrei mai sognato che avrei avuto bisogno di qualcuno come te.
Ora voglio innamorarmi!
Questo mondo riesce sempre a spezzare il tuo cuore.
Ora voglio desiderarti!
Questo mondo riesce sempre a spezzare il tuo cuore
... con te!

Nessuno ama nessuno...